
Le Birrerie Dreher di Venezia: da archeologia industriale a modello abitativo
Le Birrerie Dreher di Venezia: da archeologia industriale a modello abitativo
“Un cantiere che ha ridefinito il concetto stesso di recupero industriale”, così viene ricordato l’intervento sulle Birrerie Dreher alla Giudecca. Un progetto pionieristico che ha dimostrato come l’archeologia industriale possa trasformarsi in spazio abitativo contemporaneo, preservando la memoria del luogo.
L’edificio: testimone del passato produttivo veneziano
Le Birrerie Dreher rappresentano uno dei più significativi esempi di architettura industriale della Giudecca. Costruito nel 1908 su progetto dell’architetto tedesco Wüllekopf, l’edificio sorgeva nell’area degli insediamenti industriali dell’isola, accanto al Mulino Stucky. Con la cessazione dell’attività produttiva nel periodo napoleonico, la struttura rimase per decenni testimone silenziosa del passato industriale veneziano, in attesa di una nuova vita.
La sfida del 1985: reinventare l’archeologia industriale
Quando nel 1985 la Innocente & Stipanovich ricevette l’incarico di trasformare l’ex stabilimento in un complesso residenziale popolare, la sfida appariva titanica. Il piano urbanistico di Venezia prevedeva la conversione delle sedi dismesse delle birrerie in abitazioni popolari, ma nessuno aveva ancora tentato un’operazione di tale complessità conservando gli elementi di archeologia industriale.
Il cantiere divenne un laboratorio di innovazione. Le facciate, prima di qualsiasi intervento, dovevano essere messe in sicurezza. Poi iniziò il delicato lavoro di demolizione e rinforzo delle fondazioni, utilizzando tecniche “cuci e scuci” alternate a micropali, per garantire la stabilità dell’edificio durante la trasformazione.
Un intervento chirurgico tra conservazione e innovazione
La vera rivoluzione avveniva all’interno. Le vecchie strutture industriali lasciavano spazio a solai misti in laterocemento e acciaio, mentre la nuova copertura in legno a vista sostituiva le vecchie orditure deteriorate. Ma l’aspetto più innovativo fu la decisione di preservare e valorizzare gli elementi distintivi dell’archeologia industriale: le altane di accesso alla galleria, le lanterne di vetro sul tetto, i ponti di ferro che portavano alle scale di sicurezza ricavate nella ciminiera.
La ciminiera stessa divenne protagonista del progetto. Invece di demolirla, venne rinforzata e al suo interno fu realizzata una scala di emergenza, trasformando un elemento puramente funzionale in un segno identitario del complesso.
La galleria centrale, cuore del progetto, organizzava la distribuzione degli alloggi su due livelli attraverso ballatoi che creavano nuove facciate interne. Scale, andatoie e cupole piramidali in carpenteria metallica completavano l’intervento, creando un dialogo continuo tra il linguaggio industriale originario e le nuove esigenze abitative.
Sette anni di lavoro meticoloso
Dal 1985 al 1992, il cantiere procedette con metodica precisione. Ogni fase richiedeva competenze specifiche: dal consolidamento strutturale alla realizzazione degli impianti, dalla carpenteria metallica alle opere di finitura. Il completamento includeva non solo gli alloggi, ma anche la nuova viabilità, l’ingresso al complesso e le opere di urbanizzazione che integravano il complesso nel tessuto urbano circostante.
Un modello che anticipa il futuro
L’intervento sulle Birrerie Dreher ha dimostrato, con decenni di anticipo, che il recupero del patrimonio industriale può generare soluzioni abitative di qualità, anche nell’edilizia popolare. La capacità di utilizzare spazi e volumi industriali esistenti nel pieno rispetto dei valori architettonici originari ha creato un precedente importante per interventi successivi in tutta Europa.
Oggi, quando si parla di rigenerazione urbana e sostenibilità, il complesso residenziale delle ex Birrerie Dreher rimane un esempio concreto di come l’ingegneria e l’architettura possano trasformare il patrimonio industriale in risorsa per la comunità, preservando la memoria storica mentre si costruisce il futuro dell’abitare sociale.